Ai tre settimi del cammin de’ gare
mi ritrovai con du’ tornei indecisi
ché li trofei so’ ancora da assegnare.
Sperando che questi “versi” non facciano rivoltare nella tomba alcun poeta (soprattutto il Sommo, di cui qualche parola tra le sue più immortali è stata usata o fors’anche abusata), si può dire che la “terzina” di cui sopra rifletta bene la situazione dei due tornei di medio-basso autunno alla SST.
Del resto è normale, essendo appena al terzo turno. Ma la testa divisa in tre nel Campionato Torinese Assoluto e in quattro nel Trofeo Pistone fa capire che la strada è ancora più lunga.
Più di metà, in effetti.
Ma andiamo con ordine e cominciamo dal CTA. Nell’articolo di presentazione (vedi CTA 2017: si scaldino i motori), venivano presentati sette degli otto partecipanti. L’ottavo è Antonio Melone, alla quarta partecipazione consecutiva nella massima manifestazione cittadina, una sequenza che Alessandro Davi migliora (quinta partecipazione consecutiva) e Stefano Yao massimizza (sesta partecipazione consecutiva)
I tre sunnominati fanno parte dei primi cinque in classifica (Melone un pochino più indietro) unitamente a Folco Castaldo (vincitore da “esterno”, nel 2010 e 2011, del torneo che assegnava il Campionato Torinese Assoluto), che, dall’alto del suo titolo di Maestro Internazionale e del suo rating di 140 punti superiore al secondo in graduatoria, è il favorito naturale del torneo.
E il quinto? È legittimo considerarlo una sorpresa! Simone Bergero, a sette punti su nove (nel CTA la vittoria vale tre punti e la patta uno), è sì il Campione Torinese Open, ma è anche il giocatore col più basso rating tra i partecipanti, e non si prevedeva sicuramente che, dopo tre turni, dividesse il primato con due dei favoriti, Castaldo e Yao, avendo pattato con quest’ultimo e in attesa della sfida con Castaldo al quarto turno.
Tra due settimane il prossimo aggiornamento, dove magari si capirà anche dove sta andando il campione uscente, Davi, che, staccato di un punto, segue da solo il terzetto di testa, ma che non ha certamente brillato sinora con due vittorie (con Oltjon Llupa e Mario Giacometto) che non è eccessivo definire un pizzico fortunate, e una sconfitta con Yao all’ultimo turno, affrontata da capoclassifica, ora deposto.
Ne abbiamo messi in grassetto sette. Come disse quel tale che in un momento di felice esaltazione inventò il detto: Abbiamo fatto trenta, facciamo trentuno, dobbiamo quindi qualcosa a Pietro Buffa, che ha al suo attivo un solo punto, ma ottenuto contro Castaldo, al secondo turno. Dal punto di vista pratico, sempre un punto è, ma da quello morale… Beh, lo vedremo più avanti.
Anche nel Trofeo Pistone si è arrivati al terzo turno, il primo che ha visto finalizzato il lotto completo dei partecipanti, visti gli ingressi ritardati che si sono avuti al secondo e al terzo turno. Trentaquattro iscritti, come l’anno scorso, chissà se significa qualcosa…
Come anticipato all’inizio, la testa della classifica se la dividono quattro sempre vincenti (Luca Fassio, Yulia Kazarina, Angelo Careddu e Claudio Giacchino) e, considerando che al secondo turno hanno partecipato solo quattordici giocatori a punteggio pieno, si tratta quasi di un miracolo statistico . Ma si sa, nel Trofeo Pistone, l’allergia alle patte è la regola, e finora se ne sono solo viste due che, per altro, hanno coinvolto tre giocatori .
Per l’angolo della tecnica (si fa per dire – non me ne vogliano gli innominati ma riconoscibili protagonisti), prendiamo in esame un finale cui hanno assistito un discreto numero di spettatori e che, nel giro di poche mosse (dodici), ha visto il risultato per il Bianco essere vinta, patta, persa (quasi), patta, vinta, patta, vinta.
Affascinante vero? . Prendiamo la partita nel momento in cui il B. deve giocare la sua 48a mossa:
Aveva ragione Tartakover: a scacchi vince chi commette il penultimo errore!
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