di Giuseppe Ricci
Questo mese, Torino ospita due eventi di eccezione per il panorama sportivo italiano e internazionale: le ATP Finals di tennis e il Campionato Italiano Assoluto di Scacchi (CIA) 2024.
Entrambi i tornei portano sotto i riflettori discipline che, a prima vista, sembrano due universi lontani: uno è un gioco (per così dire secondo la tradizione, ma in realtà gli scacchi sono annoverati tra le discipline sportive associate al CONI), anzi il gioco per antonomasia di strategia pura, l’altro uno sport che esige doti fisiche eccellenti.
In realtà, tennis e scacchi condividono una profondità strategica che affascina sportivi e appassionati. La mente di un tennista, come quella di uno scacchista, deve essere lucida e paziente, capace di prevedere le mosse dell’avversario e costruire la propria strategia un colpo, o una mossa, alla volta.
In particolare, molti campioni di tennis anche tra quelli in gara a Torino ritengono che gli scacchi siano un ottimo allenamento mentale per affrontare la pressione dei match, e tra questi spiccano appunto figure come Carlos Alcaraz, Daniil Medvedev e Andrey Rublev, atleti che hanno in varie occasioni sottolineato quanto gli scacchi siano un alleato per migliorare nel tennis, contribuendo a sviluppare sul campo strategia e concentrazione.
Per contro, ogni scacchista sa bene come durante una partita di torneo che può durare anche tre o quattro ore si accumuli una eccezionale tensione, e quale modo migliore per scioglierla di una sfida sul campo da tennis? Tra tutti, Boris Spassky affidava al tennis il compito di mantenergli una mente lucida e ossigenata.
La sinergia tra Tennis e Scacchi
Come detto, alcuni dei più grandi tennisti del momento, protagonisti assoluti delle ATP Finals che stanno per iniziare, riconoscono che gli scacchi aiutano a migliorare le capacità mentali necessarie per competere al massimo livello.
Carlos Alcaraz, recentemente visto giocare a scacchi nella sua Murcia, ha condiviso come gli scacchi lo aiutino a “vedere gli schemi” e ad essere “mentalmente più veloce” sul campo da tennis. Alcaraz sembra applicare le capacità di previsione e controllo mentale sviluppate con la scacchiera anche sui campi da gioco, dove le sue capacità atletiche e strategiche si fondono in un mix letale.
Andrey Rublev ha raccontato come il gioco degli scacchi lo renda più consapevole della strategia da adottare in campo, sviluppando la pazienza e la capacità di analizzare ogni situazione per sfruttare al meglio i propri punti di forza, proprio come si fa muovendo i pezzi in una partita a scacchi. In entrambi i casi è di fondamentale importanza sapersi adattare con una allenata flessibilità mentale alle varie fasi del gioco.
Anche Medvedev e altri tennisti, come Alex De Minaur e Karen Khachanov, sottolineano il valore degli scacchi come “palestra mentale”. L’approccio tattico di Medvedev è stato paragonato al gioco degli scacchi anche da John McEnroe, oggi apprezzato commentatore sportivo, per la sua abilità nello studiare e anticipare le mosse avversarie. Medvedev stesso non ha escluso che potrebbe intraprendere una carriera negli scacchi una volta conclusa quella tennistica.
E dunque, un campione di tennis, proprio come un maestro di scacchi, deve continuamente valutare e analizzare il gioco avversario per scegliere le contromisure più efficaci, portarsi in vantaggio, scatenare un attacco avendo allenato quella forza mentale che il n° 1 del ranking ATP Jannik Sinner indica costantemente come il fattore in più delle sue vittorie.
Torino, una Città di Sport e Cultura
L’abbinata di tennis e scacchi a Torino non è solo una coincidenza di eventi, ma una straordinaria celebrazione della forza fisica e della strategia mentale in tutte le sue forme. La Città, che ospita le Nitto ATP Finals al Pala Alpitour e il Campionato Italiano Assoluto di Scacchi all’Archivio di Stato, diventa il simbolo dell’incontro tra sportività, strategia e passione. Il pubblico torinese e i visitatori potranno quindi assistere all’energia fisica dei tennisti, ma anche alla calma apparente, ma non meno micidiale, di scacchisti professionisti, in un connubio che nello stesso lasso di tempo unisce due mondi apparentemente distanti ma concettualmente affini.
I tornei che vedranno sfidarsi a Torino i migliori tennisti del mondo e i più forti scacchisti italiani possono essere un richiamo a quello che una leggenda del passato come Jack Kramer (ideatore negli anni ’70 del Gran Prix e del Torneo Masters) aveva fin da allora già intuito: per eccellere, servono la mente di uno scacchista e il fisico di un tennista. Torino, che ha sempre sposato la Cultura con lo Sport, diventa così la città ideale per celebrare questa doppia sfida.
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