Si ingarbuglia la situazione nel CTA. Nonostante il non‑impalpabile vantaggio di giocare col Bianco, l’ex‑capintesta solitario Davi (per altro non più tale già al momento di iniziare la sua partita giacché Covello, nell’anticipo del giovedì precedente, aveva battuto Melone e si era installato provvisoriamente al comando) ha pattato contro Pitica in appena dodici mosse.
Tal risultato, comunque, permette a Davi di agganciare al comando chi lo aveva superato quattro giorni prima. Ai due si è poi aggiunto, più avanti nella serata, Yao, che ha inflitto la terza sconfitta a Mina. Quest’ultimo è ora solo soletto sul fondo classifica, visto che anche Vozza ha ottenuto i suoi primi punti battendo Pulito. Il campione in carica, con un solo punto conquistato in tre partite, non è ancora matematicamente tagliato fuori dalla rincorsa al titolo, ma certo è pericolosamente vicino all’abdicazione. In ogni caso, meglio non vendere ancora la pelle dell’orso o, come si dice dall’altra parte dell’oceano, forse più efficacemente data la circostanza, Never question the heart of a champion. Proprio nella nostra città, sebbene in un altro sport, ne abbiamo avuto una recentissima prova, con una rimonta alquanto sorprendente che ha portato i campioni in carica dai bassifondi in cui erano sprofondati ad un titolo che, ad un certo punto, era da considerare piuttosto improbabile.
Per il terzo turno consecutivo nel CTA c’è stata una patta nei quattro incontri in calendario. Una percentuale del 25% che, come verrà accennato più avanti, rientra nella norma, dato il rating medio dei contendenti.
Dove invece la percentuale di patte sta raggiungendo livelli ridicoli è nel Memorial Pistone. Finalmente, al terzo turno, ce n’è stata una. Appunto: una! Su quarantasette partire disputate! Una percentuale del 2.13%! Anche se, come verrà riportato tra un attimo, è normale che il numero delle patte scenda col diminuire del rating medio dei giocatori, questi valori possono essere sicuramente considerati un’anomalia statistica.
L’arbitro internazionale norvegese Otto Milvang (consigliere della Commissione dei Sistemi di Abbinamenti della FIDE) ha analizzato lo scorso anno tutti i risultati delle partite valide per il rating internazionale. Una sintesi della sua analisi può essere letta in questo documento, ma ci sono dati non pubblicati che rendono lo studio particolarmente interessante.
In generale, partite tra giocatori della stessa forza, si concludono nel 35% dei casi con la vittoria del Bianco, nel 29% dei casi con quella del Nero e quindi, nel 36% dei casi, con la patta. Pertanto, in media, chi ha il Bianco ottiene il 53% dei punti.
Queste percentuali, tuttavia, variano significativamente se diversificate per gruppi di rating. Ad esempio, per giocatori superiori a 2400 punti, le percentuali (prese nello stesso ordine) sono 26%, 19%, 55% e 53.5%. D’altra parte dello spettro, nell’intervallo 1200‑1500, tali percentuali sono 38%, 39%, 23%, 49.5% (già: vince più spesso il Nero!). E in mezzo, ovviamente, tutte le gamme (nel documento menzionato sopra si trovano altri interessanti grafici).
In ogni caso, per un torneo come il Memorial Pistone, con rating medio attorno a 1600 e una massima differenza punti di circa 700, la media di patte dovrebbe essere del 15%. Il fatto che sia sette volte inferiore non fa che confermare il detto (attribuito, forse impropriamente, a Benjamin Disraeli) che ci sono tre tipi di bugie: quelle semplici, quelle gravi e le … statistiche!
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