A tempo di quadriglia i pezzi hanno danzato nei locali di via Goito venerdì 17 dicembre.
In verità, più che danzato, si può dire che abbiano volato da una scacchiera all’altra, in quella specie di variante scacchistica che i più, appunto, chiamano quadriglia o lampo a quattro (così si diceva quando ero ragazzo io) o bughouse, secondo gli anglosassoni.
Per chi non la conoscesse, la Quadriglia è una competizione a coppie, a cadenza lampo, in cui i contendenti di una squadra giocano a colori invertiti passando i pezzi catturati al proprio compagno che potrà usufruirne a suo piacimento durante la partita. Un turbinio di pezzi che si spostano continuamente da una scacchiera all’altra, tranne sua maestà il Re, condannato a stare per sempre sulla stessa.
Questo è tra l’altro il gioco dove trionfano i Cavalli; uno scacco di Cavallo passato dal compagno può essere ben più micidiale di un attacco con la Donna, perché è imparabile, a meno di non poter catturare il Cavallo.
Che dire poi degli Alfieri che irrompono minacciosi e senza invito sulle diagonali. Pensate al disorientamento del povero giocatore che per anni ha studiato strategie basate su un alfiere camposcuro e uno campochiaro e poi magari si ritrova contro tre alfieri sulle case chiare…
E non dimentichiamoci dei timidi pedoni che, saltando tutto il faticoso iter che dalla seconda casa li porta a promozione, arrivano in settima in una mossa e subito dopo sono una Donna. Questo trionfo però spesso dura poco perché alla cattura tornano ad essere miseri pedoncini. Miseri? Ditelo a quelli che si sono visti catapultare un pedone inaspettato in f2 o f7, prendendo un fulmineo e imparabile matto!
Ma veniamo alla cronaca.
Si può dire, senza tema di smentita, che questo secondo appuntamento è stato un successo. Già il primo, a novembre, partito quasi per scherzo, aveva visto la partecipazione di 14 persone, numero importante se si tiene conto che il torneo era stato organizzato in sordina solo la settimana precedente.
Venerdì 17, in barba alla scaramanzia, 36 giocatori (18 coppie) si sono dati battaglia per sette turni di gioco.
L’aspetto più emozionante è stato vedere giovanissimi e meno divertirsi come dei matti a darli i matti.
È stata una gara tiratissima fino all’ultimo turno, con trionfo finale della coppia Federico Briata – Simone Bergero, vinto da questi ultimi che, con 6 su 7 e grazie al successo nello scontro diretto contro gli ottimi secondi Riccardo Lo Gatto e Giulio Agresta, si sono aggiudicati l’ambito premio finale. Al terzo posto i bravissimi Alberto Rotondaro e Giorgio Gola relegati al gradino più basso del podio solo dal buholz sfavorevole.
Grande soddisfazione dei primi, non solo spirituale: chiedere ai vincitori che si sono visti recapitare un premio di ben 100 euro!
Medaglia di legno, ma meritata menzione, per la coppia Spartaco Sarno – Tatiana Milceva, che metteva insieme un Maestro Internazionale da 2303 punti Elo e una non classificata che con 1347 punti ha dato filo da torcere a più di un titolato. Dimostrazione che a Quadriglia l’affiatamento e il supporto reciproco contano spesso più della tecnica (quella classica, almeno).
Ci sarebbero tante altre menzioni speciali da assegnare, ma per brevità ricordiamo il gradito ritorno, dopo qualche anno di assenza, del mitico Sauro Solustri in coppia con l’altrettanto mitico Alberto Pulito; l’altra grande regina della serata, Tiziana Barbiso in coppia con il banditore non ufficiale del regolamento Quadriglia, Luigi di Muro; la coppia padre-figlio Malandri, con il piccolo Ettore che rimbrottava papà Mauro perché cambiava senza criterio pezzi che finivano poi al suo avversario; un accenno infine ai tanti graditi ospiti arrivati da altri circoli e tutti gli altri che con il sorriso hanno portato allegria e sana competizione nel salone della Scacchistica.
L’appuntamento è per gennaio (data da concordare) per quello che, ci auguriamo, diventerà un evento ricorrente in via Goito.
Nino D’Amico
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