Il primo giovedì di febbraio, a Gibilterra, in un torneo decisamente importante, è stata giocata una partita di scacchi tra GM, conclusasi molto rapidamente (in cinque mosse) con la vittoria del Nero.
Per quelli che hanno qualche anno in più della media, questa partita (su cui torneremo più avanti) ne ha ricordato un’altra giocata da qualcuno che sarebbe diventato campione del mondo da lì a qualche anno.
Era il 1988 e il protagonista del nostro primo episodio è un giovane Viswanathan Anand, già GM, e con un rating di 2555 assolutamente rispettabile. Il torneo è quello di Biel. In quel giorno si vide che la partita del forte giocatore indiano era terminata rapidamente. Solita patta da GM, si disse, ma poi si controllò bene e si vide che Anand, col Nero, aveva perso! Com’era possibile?
Antefatto… Prima dell’avvento dei database elettronici, le migliori raccolte di partite erano contenute nei volumi dell’Informatore Scacchistico (Sahovski Informator), familiarmente detti informatori. Ormai sono residuati dell’altro millennio, ma i giocatori di una certa età ricorderanno che essi erano venerati quasi come la Bibbia.
Tuttavia, gli informatori non erano la Bibbia, perché talora i loro contenuti erano… come dire… un po’ di dubbio gusto.
Prendiamo l’Informatore 44 (nell’immagine di sinistra la copertina – magari in biblioteca lo si trova) e andiamo alla partita N. 373*** (gli asterischi per il numero di altre partite riferite all’interno), disputata tra Kindermann (2490) e Forintos (2345), due giocatori di cui la storia non ha tramandato moltissimo e che comunque non hanno importanza alcuna in questo aneddoto.
La loro partita è una innocua “russa” [C42]: 1.e4,e5; 2.Cf3,Cf6; 3.C:e5,d6; 4.Cf3,C:e4; 5.c4, … ma quest’ultima mossa già non ci interessa più. A quel punto si inserisce infatti una nota della redazione che introduce 5.Cc3,Af5;
etichettando quest’ultima mossa con la N (che nel gergo dell’Informatore significava Novità) e riportando l’incontro, disputato a San Francisco nel 1987, tra due signori giocatori, A. Miles (2585) e Christiansen (2575), in cui questa mossa era stata giocata, e che continuava con 6.C:e4,A:e4; 7.d3,Ag6; 8.Ag5,Ae7; e via via fino alla 20a mossa con cui si siglava il risultato finale di patta.
I giocatori in questione erano sicuramente meritevoli di una citazione sull’Informatore, ma quello che il bollettino del torneo non aveva riportato e che i redattori dell’Informatore quindi non sapevano (anche se è loro precisa colpa l’essersi fidati dei nomi di Miles e Christiansen e non aver controllato), è che quella partita era solo la trascrizione formale di un accordo di patta che i due giocatori avevano siglato prima del loro incontro e che pertanto le loro mosse avrebbero dovuto essere prese con beneficio d’inventario.
Non è chiaro come Anand si preparasse alle partite nel 1988. Sicuramente è migliorato nel tempo, perché a Biel, il giovane GM indiano, con una superficialità che ha dell’incredibile -e che purtroppo è propria di chi impara a memoria sequenze e sequenze di mosse, senza sapere bene il perchè-, decise di provare la presunta novità di Christiansen (5….Af5).
Indi, abbandonò alla mossa successiva.
Riguardate il diagramma di sopra e sforzatevi di scoprire la profondissima mossa giocata dal Bianco che suggerì ad Anand di impegnare il resto del pomeriggio in attività più proficue…
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Giustappunto: 6.De2 che attacca il Ce4, un pezzo che non si può difendere nè con 6…,d5 per 7.d3, nè con 6…,De7 per 7.Cd5.
Facciamo ora un fast-forward di circa trent’anni e veniamo al 2 febbraio 2017. La sede è Gibilterra, è il decimo e ultimo turno di un super torneo open, e ancora una volta c’è un campione del mondo (o, più precisamente, una quattro-volte campionessa del mondo) in ballo.
Costei è addirittura in carica (anche se prossima a perdere il titolo – come si vedrà più avanti). Si tratta di Yifan Hou, la straordinaria giocatrice cinese, indiscussa N.1 del mondo (circa 70 punti di rating in più della N. 2).
Impegnata contro il GM indiano Babu Lalith, Hou apre con 1.g4, gettando nello sconcerto l’avversario. Dopo che questi continua con 1…d5, arriva la mossa che chiarisce: 2.f3. Come??? A questo punto Lalith mangia la foglia, gioca 2…e5 e, dopo 3.d3 di Hou, la partita continua con 3…Dh4+; 4.Rd2,h5; 5.h3,h:g4; e il Bianco abbandona.
Non è proprio il matto dell’imbecille, ma ci si avvicina assai.
Cos’aveva in mente Yifan Hou?
Lo ha gentilmente spiegato lei stessa qualche minuto dopo in un’intervista con l’ufficio stampa del torneo. In pratica, aveva deciso di perdere deliberatamente la partita in segno di protesta per gli abbinamenti del torneo che, a suo avviso, erano stati alterati a bella posta per farla giocare per ben sette volte nei primi nove turni con rappresentanti del suo stesso sesso.
Cos’aveva in mente Yifan Hou?
Ok, la domanda non è nuova (ma il tono è cambiato), e, in effetti, nemmeno la forma di protesta è del tutto originale.
Anche qui c’è un antefatto, vagamente anticipato poco sopra. Come detto, Yifan Hou sta per diventare l’ex-campionessa del mondo femminile. Il motivo (semplificando) è che si è rifiutata di difendere il suo titolo perché, per farlo, i regolamenti attuali le impongono di dover partecipare a diverse competizioni riservate alle sole donne in cui ella, avendo un rating decisamente più alto delle potenziali avversarie, non ha una vera possibilità di migliorare il suo gioco. Ha quindi dichiarato che, finché i regolamenti non permetteranno alla campionessa del mondo di difendere il titolo in un incontro unico (come capita a Magnus Carlsen), giocherà solo nei tornei open.
Vien da ipotizzare che la consapevolezza che questa decisione non l’abbia resa molto popolare agli alti livelli FIDE l’abbia condizionata. Così, quando al torneo di Gibilterra ha incontrato quattro donne nei primi quattro turni, deve aver cominciato a pensare che ci fosse qualche cospirazione in atto (della serie: Non vuoi affrontare donne in un torneo femminile? E noi te le facciamo affrontare in un torneo Open!). Con questi pensieri per la testa, ha apparentemente ignorato gli incontri del quinto e del settimo turno (rispettivamente Michael Adams e Borya Ider – entrambi maschi), per concentrarsi su quelli con Pia Cramling al sesto, Wenjun Ju all’ottavo e Nino Batsiashvili al nono (tutte donne – i nomi possono ingannare ).
“Sette donne in nove turni” uguale “qualcuno ce l’ha con me“. Da qui la fragorosa protesta dell’ultimo turno (perché una campionessa del mondo che perde nel modo visto fa sicuramente rumore).
E allora? C’è stata una qualche cospirazione?
La risposta semplice è No.
La risposta lunga verrà linkata tra qualche tempo, ma quella intermedia dice che è stato il Caso a volere quegli abbinamenti, e che nessuno si è messo a taroccarli per farle dispetto (e perché, poi?). La sua protesta era quindi basata sul nulla, però il suo titolo l’ha fatta rimbalzare in varie parti del mondo, anche, come si può notare, sul sito del nostro circolo (ma forse dipende più dal fatto che l’estensore di questo articolo è il segretario della Commissione FIDE responsabile per gli abbinamenti).
Una delle osservazioni fatte a seguito dell’impresa di Yifan Hou è che essa aveva battuto il record di Anand (e sappiamo di quale record si tratti).
Ma è la partita col minor numero di mosse disputata tra due GM?
Non lo è, ed un altro campione del mondo è coinvolto, forse il più famoso di tutti. L’anno è il 1970, il torneo è un Interzonale, la sede è Palma di Maiorca, l’avversario è Oscar Panno, il turno è il 23° (non è un errore di stampa!), il campione del mondo (di lì a due anni) è Robert James Fischer.
La partita: 1.c4, Panno abbandona.
Anche Oscar Panno ce l’aveva con le regole di abbinamento (con qualche ragione in più: furono cambiate in corsa) e protestò in quel modo.
Forse dovremmo formare un club. Già, il plurale, perché anch’io, nel 1984, …
Ma questa magari la racconto un’altra volta…
(Dov’è l’intruso?)
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