Durante il Grand Prix di Elista del 2008, la Fide ha proposto una serie di questionari ai giocatori. Uno di questi chiedeva: “How do you cope with failures?” cioè “come affronti le sconfitte”? Le risposte sono state poi analizzate e noi qui vi riportiamo alcune libere traduzioni.
Hanno risposto, Vugar Gashimov, Teimour Radjabov, Rustam Kasimdzhanov, Peter Leko, Evgeny Alekseev, Ernesto Inarkiev, Shakhiruyar Mamedyarov, Ivan Cheparinov, Etienne Bacrot, Dmitry Jakovenko, Pavel Eljanov, Vladimir Akopian, Wang Yue.
Alexander Grischuk pure partecipava al torneo ma non ha risposto alla domanda.
A grandi linee gli atteggiamenti dei giocatori si possono dividere in tre gruppi, i fatalisti i tragici ed i pragmatici.
Della categoria dei tragici:
Peter Leko: come ogni sportivo io non amo perdere … (E poi racconta di come ha perso in malo modo un match amichevole contro Magnus Carlsen e che si è ripreso solo qualche tempo dopo in seguito al primo posto ottenuto nel Super Torneo di Dortmund).
Rustam Kasimdzhanov: una sconfitta è la cosa peggiore per un giocatore, almeno per un professionista. … Dopo una brutta sconfitta si ha bisogno di tempo per recuperare, non solo moralmente e psicologicamente, ma anche fisicamente. Non saprei proprio che consiglio dare su come sentirsi meglio dopo una sconfitta.
Teimour Radjabov: (parte come un filosofo, ma poi si scopre un tragico) Cerco di prendere le sconfitte con filososita. Perdere è uno dei tre possibili risultati di una partita, e di tanto in tanto capita comunque, non importa quello che desiderano i giocatori. Ma non tutte le sconfitte sono uguali. Per esempio ieri nonostante fossi stato in chiaro vantaggio per tutta la partita ho perso con Ernesto Inarkiev a causa di un errore in zeitnot. La sconfitta mi ha colpito molto, così non posso dare nessun consiglio su come superare queste situazioni. In questi momenti non riesco a controllare le mie emozioni e mi sento veramente male. Preferirei sempre perdere a causa della migliore prestazione del mio avversario e non sperimentare mai la sconfitta dopo aver fatto tutto alla perfezione a causa di un singolo errore.
Della categoria dei filosofi:
Vladimir Akopian: le sconfitte fanno parte della vita di un giocatore di scacchi professionsita proprio come le vittorie e i trionfi. Naturalmente preferisco subire poche sconfitte ma per me perdere una partita o andare male in un torneo non è una tragedia. Ma ci sono alcuni scacchisti che veramente stanno male quando perdono. … In ogni incontro di ogni sport significa porta alla sconfitta di una delle parti. Qualcuno ha successo e qualcuno perde. È normale e dobbiamo prenderlo con filosofia.
Etienne Bacrot: le sconfitte non mi toccano poi così tanto. Anche dopo una sconfitta molto fastidiosa arrivo alla partita successiva come se niente fosse successo. Bisogna trattare gli scacchi come un gioco e non come una battaglia tra tagliagole.
Vugar Gashimov: molti scacchisti soffrono per le sconfitte o per il fallimento di qualche torneo. Io penso che si dovrebbero prendere le sconfitte con filosofia. D’altra parte, se ci se prepara bene e si è pronti alla lotta, allora le sconfitte dovrebbero essere più rare delle vittorie. Per quanto mi riguarda, io sopporto bene le sconfitte, e considero questa attitudine una delle mie migliori qualità. (…)
Ivan Cheparinov: la sconfitta è un fenomeno ordinario. Ognuno può perdere una partita, e non si dovrebbe starci a pensarci troppo dato che la vita va avanti. Ogni sconfitta può insegnare qualche cosa e non solo a scacchi. Naturalmente bisogna fare un analisi esaustiva delle partite perse per cercarne le casue, ma preferibilmente non nel corso del torneo. Non si ha tempo per questo, bisogna prepararsi per la partita successiva.
Wang Yue: la vita è la vita, gli scacchi sono gli scacchi. OK, ho perso. E allora?
Della categoria dei pragmatici:
Pavel Eljanov: (…) raccomando un sonno profondo, idealmente di dieci ore, specialmente dopo una sconfitta è l’ideale per liberarsi di pensieri spiacevoli.
Dmitry Jakovenko: dopo una sconfitta cerco di non pensarci più e inizio a concentrarmi sulla prossima partita. Se perdo l’ultima partita, inizio a pensare al prossimo torneo. È l’unica maniera per me per riprendermi dalle consegeunze del fallimento sportivo.
Ernesto Inarkiev: naturalmente le sconfitte capitano nella mia pratica torneistica. Non so dire niente di nuovo sull’argomento. Bisogna prepararsi bene, studiare la teoria, e analizzare molto per cercare di non perdere ma vincere. …
Shakhiriyar Mamedyarov: parlando di sconfitte nel senso di tornei andati male, devo dire che non sono soddisfatto delle mie prestazioni negli ultimi dieci tornei su undici. Ma credo che molto presto arriveranno le vittorie. Questa è la vita di uno scacchista professionista.
Evgenny Alekseev: cerco di dimenticare le sconfitte il più presto possibile e di concentrarmi sulla prossima partita. Ma qualche volta non ci riesco. Per esempio ieri ho perso con Grischuk, oggi di nuovo ho perso con Cheparinov. Non so come supererò questa fase ma naturalmente ci proverò. Bisogna sempre lottare fino in fondo.
E voi? Come affrontate le sconfitte?
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