Come molti sapranno il Parlamento spagnolo ha votato quasi all’unanimità l’introduzione degli scacchi come materia scolastica a tutti gli effetti e non solo come attività complementare recependo, primo in tutta l’Europa, la Direttiva Europea di qualche anno fa.
Non sappiamo ancora se saranno istruttori di scacchi regolarmente assunti dal Ministero dell’Istruzione o da quello dello Sport o se si viaggerà con Protocolli fra Federazione e Ministero o altre forme per iniziare il percorso, ma la notizia è di quelle che fanno sussultare tutti coloro che si impegnano negli scacchi. Un tuffo al cuore di speranza ma poi, anche se il pizzicotto che ci siamo dati sul braccio per scoprire se stavamo sognando ci dice che siam svegli, bastano pochi istanti per rendersi conto.
In Italia, non illudetevi, non c’è nulla all’orizzonte sia perché gli scacchi sono arroccati in sé stessi senza particolari santi in paradiso -leggi personaggi influenti che ci tengano agli scacchi e che magari spingano dei progetti (che però non ci sono)- sia per l’incapacità di pensare, scrivere, sottoporre un progetto del genere che naturalmente deve essere di ampio respiro coinvolgere interessi, proporre spese e quindi è oggettivamente difficile da portare avanti.
Ma almeno scriverlo, tentare di diffonderlo e di trovare qualcuno a cui proporlo, che lo faccia suo e che lo porti avanti nelle sedi giuste, questo si poteva tentare.
E si può ancora fare, forse adesso con meno difficoltà, dopo che questa notizia comparsa per la prima volta su El pais è stata amplificata a dismisura dai media nostrani.
Ma bisogna correre, si sa i media sono in continuo movimento e presto di questo mese di febbraio non ci sarà più traccia!
Si chiama battere il ferro finché è caldo, ma l’industria pesante in Italia latita sempre di più e in ogni caso ci portiamo dietro la realtà del Paese: nessun quotidiano con una rubrica di scacchi settimanale, nessuna strategia di comunicazione imperniata su Caruana e sulle altre eccezionali realtà esistenti, nessun investimento in tal senso è mai stato fatto e mai lo sarà, nessun progetto.
Di solito se si è miopi si usano lenti correttive ma a questi banali rimedi evidentemente chi di dovere è allergico. Peccato!
Ma va bene così. Abbiamo quello che ci meritiamo!
PS: nel nostro piccolo, ma è un caso che sia caduto in questo stesso periodo e lo si capisce dal tenore dell’articolo, grazie ai nostri corsi di scacchi che da anni portiamo avanti all’Università Popolare abbiamo avuto l’onore della cronaca nazionale. Una citazione e una bella foto dell’Istruttore Davide Spatola che tiene i corsi insieme a Leonardo Fuggetta.
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