Benché l’annata 2016-2017 sia terminata ufficialmente con la festa di fine stagione (ne parleremo più dettagliatamente in un prossimo articolo), la chiusura dell’attività agonistica alla SST si è avuta col Festival di San Giovanni, disputato dal 21 al 25 giugno e diviso in due tornei, il primo un open integrale, il secondo limitato ai rating inferiori a 1650 punti.
41 sono stati i partecipanti complessivi che, nel fresco (e quindi graditissimo, vista la stagione) salone inferiore della SST hanno potuto inaugurare le splendide nuove sedie, capaci da sole di creare immediatamente un’atmosfera adatta per questi ambienti di gioco.
Nell’Open A, come si può anche intuire dal titolo dell’articolo, c’è stato un gradito ritorno ai tornei alla SST, quello del Maestro Internazionale Spartaco Sarno. Tal ritorno è stato anche completato dalla vittoria finale, praticamente maturata al penultimo turno, quando Sarno ha sconfitto e scavalcato al vertice il capintesta del momento, Francesco Sorcinelli. L’ultimo turno, poi, non ha avuto storia, due rapide patte nella prime due scacchiere hanno sancito la classifica finale: Sarno, Sorcinelli e Pietro Buffa, con quest’ultimo che conquista il titolo di Campione Torinese Under-20 e si qualifica per la finale del Campionato Torinese Assoluto. Ciliegina su quella che è la vera torta, l’ottenimento del titolo di Candidato Maestro, che diventerà ufficiale quando il torneo sarà omologato.
Nell’Open B, la competizione è stata tiratissima. Tre giocatori hanno concluso il torneo atternati (ammesso e non concesso che esista un termine simile) a 4½ su 6, per cui si è dovuti ricorrrere allo spareggio tecnico. È piuttosto raro che non sia il N. 1 del tabellone, specialmente avendo questi giocato quasi sempre nelle prime due scacchiere, a prevalere in questi casi, ma stavolta questa (non)regola ha comunque avuto la sua eccezione: Christian Quagliotti è arrivato secondo e la vittoria è andata al giovanissimo Leonardo Catalano, un Under-12 alla sua prima vittoria in un torneo Open. Terzo Matteo Gatti, un altro giovane (Under-14 in questo caso), all’arrembaggio (del futuro).
Per l’angolo dell’Anche l’occhio vuole la sua parte, un paio di momenti dall’Open A, senza alcuna pretesa se non quella di aver catturato l’attenzione dello scrivente.
Al terzo turno, in diretta WEB, si è potuta ammirare una partita che non si è conclusa come avrebbe potuto concludersi perché… Beh, la ragione principale è che siamo esseri umani.
Ritorniamo ora alla posizione critica, qui diagrammata:
La valutazione è sempre +1000, quindi esiste un matto forzato. Qual è la mirabolante mossa che porta a siffatto obiettivo?
Sapendo che una mossa vincente esiste, probabilmente la si trova pure, ma Bergero, ovviamente, non lo sapeva e, a dirla tutta, non è che muovere lampo lo abbia granché aiutato.
Se non la trovate da soli, chiedetelo ad un amico, che potrebbe essere anche un motore scacchistico. Dategli il FEN
r2q1rk1/ppp1pp1p/5npQ/6N1/3P4/2Nn4/P1P3PP/5RK1 w – – 0 17
e “lui” vi saprà certamente indicare la via.
All’altra posizione, più curiosa che interessante (perché alla fin fine la vittoria non è sfuggita a colui che aveva avuto la possibilità di ottenerne una piuttosto spettacolare), possiamo anche dare un titolo: Quando i cavalli (due) bastano.
Una lezione si può ricavare da queste righe: benché sia vero che rimanendo con solamente due cavalli è difficilissimo vincere, è altrettanto vero che, se all’avversario rimangono dei pedoni, talora si sviluppano delle situazioni in cui ottenere la vittoria è possibile. Arrendersi troppo presto non porta a nulla. Un campione torinese, in una partita disputata a ScaccoMatto 2008, rimase con due cavalli e propose immediatamente patta in una posizione in cui poteva dare matto in suppergiù dieci mosse. Non è detto che ci sarebbe riuscito, ma comunque c’era zero rischio nel provarci. Ma come il protagonista-suo-malgrado ebbe a dichiarare, egli era convinto che, restato con due cavalli, non potesse far altro che pattare!
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