Tutti lo usano, tutti ne parlano, e si può dire che è il fulcro dell’agonismo. Ma siamo sicuri di conoscerlo per davvero? In questa serie di due articoli l’arbitro internazionale Roberto Ricca ci guida alla (ri)scoperta del punteggio Elo.

Introduzione

Nella prima parte di questa presentazione, si è visto quale sia il funzionamento dell’Elo FIDE. Come forse si è potuto notare, nell’intera prima parte sono state prese in considerazione solo situazioni in cui entrambi i giocatori erano in possesso di Elo FIDE. E’ tuttavia possibile anche una situazione diversa, quella cioè in cui vi siano giocatori che non hanno un Elo FIDE.

La seconda parte di questa presentazione spiega appunto cosa succede quando questi giocatori sono coinvolti e come gli stessi possano ottenere l’Elo FIDE e quindi entrare nel meccanismo esposto in precedenza.

Giocatori privi di Elo FIDE

Quando sono coinvolti giocatori privi di Elo FIDE, vi sono due differenti punti di vista per valutare la situazione:

  1. quello del giocatore con Elo FIDE che affronta un giocatore che l’Elo FIDE non ce l’ha
  2. quello del giocatore privo di Elo FIDE che affronta un giocatore che l’Elo FIDE ce l’ha

Tornei round-robin (o gironi all’italiana)

Una importante precisazione: le normative sono diverse a seconda che si stia disputando un torneo round-robin (quello che noi chiamiamo il girone all’italiana) o un torneo a sistema svizzero o comparabile con un torneo a sistema svizzero (come una competizione a squadre).

Cosa succeda in un round­robin è piuttosto complicato da descrivere e, alla fin fine, nemmeno troppo significativo. I tornei round­robin, infatti, sono in numero trascurabile rispetto a quelli con sistema svizzero.

Vi è tuttavia un’informazione che è importante conoscere e riguarda i giocatori che, con o senza Elo FIDE, affrontano giocatori che non hanno Elo FIDE: in un round-robin, tutte le partite disputate possono influenzare il calcolo della Variazione Elo del Torneo (VET), incluse quindi le partite disputate contro giocatori privi di Elo FIDE. Si è usata la parola “possono” perché vi sono eccezioni alla regola. Senza entrare troppo nel dettaglio, affinché tutte le partite contino per il calcolo della VET, vi dev’essere un numero minimo di partecipanti che già abbiano l’Elo FIDE. Inoltre, i giocatori privi di Elo FIDE devono ottenere almeno mezzo punto. Se gli stessi, infatti, terminano a zero punti, le loro partite vengono ignorate.

Tornei a sistema svizzero

In tornei di questo tipo, la partite disputate tra un giocatore con Elo FIDE e uno senza Elo FIDE non hanno influenza alcuna sul calcolo della VET del primo giocatore.

Per quanto invece riguarda il punto di vista del giocatore privo di Elo FIDE che affronta un giocatore che possiede l’Elo FIDE, occorre innanzi tutto fare un distinguo: se il giocatore in questione è al suo primo torneo valutabile oppure se un torneo gli/le è già stato valutato.

Benché il processo ammetta eccezioni (che non verranno viste), in generale, un giocatore entra nella condizione un torneo gli/le è già stato valutato se, quando era nella condizione nessun torneo valutato in precedenza, ha ottenuto almeno mezzo punto negli incontri disputati con giocatori con Elo FIDE, non importa quale fosse questo numero di incontri (anche uno solo è possibile).

Se invece il giocatore privo di Elo FIDE ha perduto tutti gli incontri disputati con giocatori con l’Elo FIDE, allora il torneo viene semplicemente ignorato ed il giocatore rimane nella condizione nessun torneo valutato in precedenza.

Quando un giocatore entra nella condizione un torneo gli/le è già stato valutato, da quel momento in avanti, ogni torneo gli verrà valutato (anche ottenendo zero punti), finché non avrà complessivamente giocato almeno cinque partite contro avversari con Elo FIDE (cosa che potrebbe anche avvenire nel primo torneo). Unica condizione temporale è che tutti i tornei valutati si disputino nell’arco di al più ventisei mesi.

A questo punto si procede nel seguente modo:

  1. si considerano gli Elo di tutti gli avversari con Elo FIDE affrontati (non importa in quale torneo, basta che questo numero fosse inferiore a cinque prima di iniziare un torneo e fosse non inferiore a cinque alla fine dello stesso – nota: entrano nel conteggio anche eventuali tornei disputati successivamente a quello che fa passare il limite delle cinque partite, purche’ facciano parte del gruppo di tornei considerati dalla FIDE all’interno dello stesso periodo di aggiornamento);
  2. si sommano questi Elo e si divide il risultato per il numero N, superiore a quattro, di avversari incontrati – in pratica si fa la media Elo degli avversari (MEA);
  3. si considerano poi i punti ottenuti (PTO) negli incontri succitati (per le considerazioni precedenti, questo punteggio è superiore a zero) e si divide per N, ottenendo così la percentuale ottenuta (PCO);
  4. se la PCO è uguale al 50%, al giocatore viene assegnato un Elo FIDE uguale alla MEA;
  5. se la PCO è superiore al 50%, al giocatore viene assegnato un Elo FIDE uguale alla MEA aumentata di 20 punti per ogni mezzo punto ottenuto in più del 50%, in formule matematiche E = MEA + (40 * PTO) – (20 * N);
  6. se la PCO (arrotondata a due decimali ed, eventualmente, al centesimo superiore – per esempio 1.5/4 = .375, si arrotonda a .38) è inferiore al 50%, ci si affida alla tabella riportata sotto, inversione di quella vista nella prima parte di questa presentazione, che si legge in questo modo: ad ogni possibile PCO (colonna gialla) è associato un valore negativo (pdr = punteggio di riallineamento). L’Elo che viene assegnato al giocatore è uguale alla somma aritmetica della MEA e del pdr (ovviamente, si otterrà un valore inferiore alla MEA);
  7. se l’Elo calcolato in questo modo è inferiore a 1000, allora nessun Elo FIDE viene assegnato al giocatore.

Considerazione finale: tutte le partite utilizzate per il calcolo del primo Elo FIDE (detto anche d’ingresso) fanno parte di quel numero di 30 partite per le quali il fattore K è 40.

Esempio

Alfonso incontra nel suo primo torneo valido per l’Elo FIDE Bruno e Carlo che hanno Elo FIDE rispettivamente di 1940 e 1415 e ottiene un punto. Nel suo secondo torneo affronta il solo Dante, che ha Elo FIDE uguale a 1850, e perde. Ora dividiamo le sue strade a seconda dei risultati del terzo torneo:

  1. affronta Ercole, Fabio e Gennaro, con Elo FIDE rispettivamente 1300, 1450 e 1475 e vince tutte e tre le partite;
  2. affronta Herbert (1980) e Ignazio (2215) e perde entrambe le partite;
  3. affronta Johan (2015) e Kramer (1515) e ottiene un punto;
  4. affronta Lamberto (1635), Marcello (1715), Nestore (1460) e Orlando (1545) e ottiene tre punti; poi, nello stesso periodo di aggiornamento, inizia un ulteriore torneo e affronta Pasquale (1960), Ruperto (1400), Sandrino (1800), Tommaso (1280), Ulrico (2144) e Venceslao (1998), ottenendo due punti.

Vediamo, nelle differenti situazioni, l’Elo FIDE di ingresso di Alfonso:

  1. Elo avversari incontrati: 1940, 1415, 1850, 1300, 1450, 1475;
    MEA = 1572; PTO = 4; PCO = 0.67; Elo d’ingresso = 1572 + (40 * 4) – (20 * 6) = 1612;
  2. Elo avversari incontrati: 1940, 1415, 1850, 1980, 2215;
    MEA = 1880; PTO = 1; PCO = 0.20; Elo d’ingresso = 1880 – 240 = 1640;
  3. Elo avversari incontrati: 1940, 1415, 1850, 2015, 1515;
    MEA = 1747; PTO = 2; PCO = 0.40; Elo d’ingresso = 1747 – 72 = 1675;
  4. Vi sono due possibilità da valutare, se il secondo torneo, iniziato durante lo stesso periodo di aggiornamento in cui si era disputato il primo, termini prima oppure dopo la fine del periodo di aggiornamento:
    1. se il torneo termina prima, allora tutti i risultati ottenuti nei due tornei contribuiscono a formare l’Elo d’ingresso;
      Elo avversari incontrati: 1940, 1415, 1850, 1635, 1715, 1460, 1545, 1960, 1400, 1800, 1280, 2144, 1998;
      MEA = 1703; PTO = 6; PCO = 0.46; Elo Ingresso = 1703 – 29 = 1674;
    2. se invece il secondo torneo termina dopo la fine del periodo d’aggiornamento, allora lo stesso non può concorrere alla formazione dell’Elo d’ingresso del giocatore; in questo caso, per il giocatore coinvolto, verrà valutato come un torneo standard. Facendo riferimento alle abbreviazioni usate nella prima parte di questa presentazione, per il giocatore si calcolerà la VET come visto nella prima parte, mentre per i suoi avversari che, dal loro punto di vista, hanno affrontato un giocatore privo di Elo FIDE, tali partite non saranno comunque considerate nel calcolo della loro VET.
      Calcoliamo ora l’Elo d’ingresso di Alfonso (dopo il primo torneo – contano cioè solo i primi sette avversari incontrati) e il suo nuovo Elo al termine del secondo torneo:
      Elo avversari incontrati: 1940, 1415, 1850, 1635, 1715, 1460, 1545;
      MEA = 1651; PTO = 4; PCO = 0.57; Elo d’ingresso = 1703 + (40 * 4) – (20 * 7) = 1723;
      Con Elo 1723, nel torneo successivo, con avversari di Elo 1960, 1400, 1800, 1280, 2144, 1998, Alfonso ha le seguenti differenze Elo: ­237, +323, ­77, +443, ­411, ­275, e, di conseguenza, i seguenti punteggi attesi: 0.20, 0.87, 0.39, 0.92, 0.08, 0.17.
      Il suo PAT è quindi 2.63 e giacché il suo POT è 2 e il suo fattore K è 40 (indipendentemente dall’età, è tale per tutti per le prime 30 partite), si ha VET = (2 – 2.63) * 40 = -25.2 (arrotondata a -25 se non disputa altri tornei prima della fine del periodo di aggiornamento). Il suo nuovo Elo FIDE sarà quindi 1723 – 25 = 1698.
      E’ incidentalmente maggiore di quello ottenuto col calcolo precedente (ma poteva anche capitare l’opposto), eppure avversari e risultati sono sempre gli stessi! E’ una semplice dimostrazione di come l’Elo FIDE, soprattutto al momento dell’ingresso, debba essere preso con un certo qual beneficio d’inventario.

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