Come succede da qualche lustro a questa parte, qualcosa di nuovo accade nel mondo scacchistico a partire dal primo luglio del primo anno post-olimpico (che è quello in cui si svolgono i Giochi Olimpici, che nulla hanno a che vedere con l’Olimpiade degli Scacchi – queste, tra l’altro si svolgono ogni due anni).
Le nuove Leggi degli Scacchi!
No, non è che ora si possano muovere contemporaneamente i due pedoni ‘a’ e ‘h’ di un passo solo (anzi!), né che si possa prendere en-passant quando il pedone è in terza, e nemmeno che sia stato ripristinato l’arrocco bislungo.
Come? Qualcuno non sa cosa sia l’arrocco bislungo?
Hmmm, facciamo allora una pausa e diamo un’occhiata a questa posizione.
OK, il Bianco vince facile, ma qualcuno, dopo 1. e7, R:f3, riesce a vincere in due mosse? Non chiedetelo ai motori, vedono il matto in tre, conoscono le attuali Leggi degli Scacchi, e si accontentano.
Per farcela in due ci vuole fantasia (tanta!): 2. e8=T!, Rg2 3. O-O-O-O-O-O# (E’ già stato mosso il Re? No – è il default nei problemi. E’ già stata mossa la Te8? No! Quindi (?) si può muovere il Re di due caselle verso la Te8 e farlo poi scavalcare dalla Torre stessa. Re in e3, Torre in e2, coi sei passi di Torre simboleggiati dai sei zeri dell’arrocco bislungo! Scacco Matto, mesdames et messieurs!)
Ritorniamo alle cose serie. Qualcosa è cambiato, qualcosa cambia sempre ogni quattro anni. Anche quando, come in questo caso, i quattro anni in realtà sono stati solo tre. Le regole che abbiamo usato fino al 30 giugno 2017 sono infatti state introdotte il primo luglio 2014, e non il primo luglio 2013 (come avrebbe suggerito la scadenza quadriennale), perché agli altissimi livelli (della FIDE) non riuscivano a mettersi d’accordo su cosa ci fosse effettivamente da cambiare. E, a dirla tutta, come si vedrà abbastanza chiaramente nei prossimi articoli, forse non avrebbero fatto male ad aspettare un ulteriore anno anche in questa occasione.
Rimandando per l’appunto il dettaglio sui cambiamenti in quelle che sono le vere e proprie Leggi degli Scacchi, vengono qui trattati altri cambiamenti, quelli alle regole per la variazione del punteggio di merito (che sono sempre un argomento di alto interesse per i lettori) e quelli alle regole di abbinamento coi sistemi svizzeri.
Anzi, si comincia proprio con queste ultime, perché sono quelle che si liquidano prima. La formulazione dei regolamenti, soprattutto quello che riguarda la variante olandese del sistema svizzero, è completamente nuova, ma, in sostanza, di significativo è cambiato davvero poco. Se uno è proprio interessato ai dettagli, li può trovare cliccando sul santino a destra, dove troverà un documento scritto per arbitri (e pure particolarmente iniziati!) che non è particolarmente grave (per non dire un vantaggio) non conoscere.
Più coinvolgente, invece, l’argomento dell’Elo, dove il cognome del professore della Marquette University originario ungherese (vedi sotto), viene usato per sintetizzare quelle che sono prolissimamente chiamate le normative per la gestione del punteggio di merito.
Ci sono essenzialmente due novità.
La prima di esse coinvolge i giocatori che giocano tantissime partite in un singolo periodo di aggiornamento. Può capitare più frequentemente in tornei rapid o blitz, piuttosto che a tempo lungo, ma può comunque succedere (i tornei online non sono regolati da queste normative). C’è ora un numero da tener presente ed è [700/N] (la parte intera di 700 diviso N), dove N è il numero di partite fatte in un periodo di aggiornamento (o, più precisamente, conteggiate durante un periodo di aggiornamento). Se il risultato di questa divisione è più piccolo di K, allora esso viene usato al posto del K.
L’impatto non è enorme nei tempi standard. Per vedersi ridotto il K, chi ha K=20 deve avere riportate almeno 36 partite. Per chi ha K=40, la lucetta del pericolo si accende alla 17a partita (con diciotto partite il K e` 38, con venti 35, e così via).
Qualcuno forse ricorda che, nel 1997, quando gli aggiornamenti erano fatti semestralmente ed il K era 30, ci fu un candidato maestro che giocò 125 partite durante un singolo periodo e guadagnò 1071 punti, balzando al primo posto della classifica nazionale. Ebbene, se la regola che è stata introdotta il primo luglio 2017 fosse esistita anche allora, quel CM avrebbe visto il suo K valere soltanto [700/125] = 5 e, invece di 1071 punti, ne avrebbe guadagnati appena 179 e di lui si sarebbe persa probabilmente ogni traccia…
La seconda novità sembra più che altro rivolta agli organizzatori (ma poi ha ovviamente impatto sui giocatori). In pratica, certe restrizioni sui tempi minimi da adottare affinché un torneo possa essere valido per l’aggiornamento del rating, vengono spostate dal torneo (regolamento precedente) alla singola partita (regolamento attuale).
In precedenza, si poteva organizzare un torneo valido per il rating con 90 minuti di tempo complessivo (od equiraparato, come, ad esempio, 60′ + 30″ a mossa), ma bisognava escludere da esso i giocatori con 2200 punti o più di rating, perché questi giocatori possono giocare per il rating solo avendo a disposizione almeno 120 minuti.
Quest’ultimo fatto continua a valere anche col nuovo regolamento. Quello che però cambia è che ora si possono organizzare tornei open con 90 minuti complessivi, ma le partite che coinvolgono giocatori con almeno 2200 punti di rating non valgono più per le variazioni di punteggio di nessuno dei due giocatori, ma solo per la classifica del torneo.
Ovviamente, mutatis mutandis, le cose valgono anche per tornei il cui tempo complessivo è di 60 minuti: le singole partite valgono per il rating solo quando entrambi i giocatori hanno meno di 1600 punti. Giocatori con punteggio più elevato possono partecipare, ma le loro partite non saranno conteggiate dagli uffici di Elista (la capitale della Calmucchia, una delle sedi della FIDE).
[1-continua]
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