Come già accennato nel precedente articolo, le Leggi degli Scacchi (semplicemente Leggi, di qui in avanti) sono soggette a modifiche ogni quattro anni.
Fino al 1984, le Leggi erano un oggetto relativamente piccolo e sostanzialmente immutabile, mentre le interpretazioni delle stesse erano un volume della Treccani in continuo aumento.
Venne allora deciso di dare una regolata alla materia, provando ad estendere le regole e a cancellare le interpretazioni, lasciando che eventuali dubbi sulle regole venissero risolti dal buon senso (arbitrale).
L’operazione è stata un successo a metà, perché, sfortunamente, il “buon senso” non è un concetto comune. È così capitato che le regole si siano dovute arricchire (o per meglio dire, precisare) edizione dopo edizione perché si trovava sempre qualche situazione in cui l’applicazione di una particolare regola non era per nulla uniforme nel mondo. Però, come si dice da qualche parte in Veneto, L’è peso el tacon del buso e a furia di aggiungere taccone a taccone non è che si sia necessariamente creato un prodotto migliore del precedente.
Inoltre da un paio di “amministrazioni” a questa parte, le cose sono diventate ulteriormente confuse, perché la commissione FIDE che dovrebbe occuparsi della stesura di queste regole (la Commissione Regole, CR) è entrata un po’ in contrasto con la Presidential Board (PB), che è una sorta di Consiglio d’Amministrazione della FIDE.
Il processo standard di modifica delle Leggi, prevede che la CR raccolga le proposte dal mondo, le discuta per un paio d’anni e poi faccia le sue proposte di modifica al Congresso dell’anno bisestile, dove l’Assemblea Generale decide se approvarle o meno.
Invece, nel 2013 prima e quest’anno poi, c’è stato l’intervento della PB che ha “richiesto” aggiustamenti anche pesanti alle regole che, di per sé, erano state già approvate. Quattro anni fa, gli interventi erano così profondi che si decise si posticipare di un anno l’introduzione delle nuove regole (che infatti sono entrate in vigore nel 2014).
Quest’anno la scadenza è stata comunque rispettata, ma la cosa non è stata indolore, perché non tutte le richieste della PB sono state recepite correttamente da chi poi le regole ha finito per scriverle. Il risultato (non solo per le ingerenze della PB, a dire il vero) è un regolamento che presenta così tanti punti confusi che, dopo la sua entrata in vigore, la CR, in sessione congiunta con la Commissione Arbitrale, ha emanato un documento in dieci (!!!) punti per spiegare come alcune norme regolamentari si dovessero interpretare, arrivando in alcuni casi a una vera e propria riscrittura del regolamento. Per quanto la cosa possa sembrare illogica, è a questo manualetto (qui la traduzione in italiano) che si devono rifare i giocatori per sapere quale siano le vere Leggi!
In questo secondo articolo parleremo di quella che è la modifica più significativa al regolamento (e anche dove gli effetti di quanto scritto sopra si è sentita più pesantemente), lasciando a quello che sarà il terzo (e ultimo) articolo della serie il resto delle modifiche, forse meno importanti, ma che comunque possono impattare la normale attività di un giocatore.
Mosse illegali
Le mosse illegali finora conosciute sono di due tipi: quelle in cui la mossa non rispetta il movimento regolare dei pezzi, e quella in cui si lascia il pedone in ottava senza sostituirlo.
Come noto, sono soprattutto le cadenze a gioco rapido o lampo ad essere impattati dalle mosse illegali, perché la prima di esse, se rilevata dall’avversario o dall’arbitro, può portare alla sconfitta immediata. Nel gioco standard, invece, la prima mossa illegale comporta solo un’ammonizione (e la penalità di due minuti extra aggiunti al tempo dell’avversario), mentre è la seconda mossa illegale che porta alla sconfitta.
Il regolamento ora precisa che si può avere una mossa illegale solo dopo aver completato una mossa, il che generalmente (ma non sempre, vedere più avanti) significa che si è premuto il proprio orologio (ovviamente, così facendo, mettendo in moto l’orologio dell’avversario). La cosa era già esplicitamente scritta per il gioco rapido e lampo, ora la precisazione è stata estesa anche al gioco standard.
Questa quindi non è una novità. La vera, la grande, novità è che, nelle nuove Leggi, sono equiparate alle mosse illegali anche delle situazioni che prima erano delle semplici azioni irregolari o cose che non si potevano fare, e che gli arbitri potevano punire secondo il loro sopraccitato “buon senso”:
- eseguire una qualunque mossa con due mani
- mettere in moto l’orologio dell’avversario prima di muovere
- catturare il Re avversario (che seguendo la lettera del regolamento non è una mossa illegale, ma una cosa che non fa nemmeno parte del gioco degli scacchi – non era però chiaro che cosa esattamente fare nella circostanza)
Per quanto riguarda la prima limitazione, è abbastanza chiaro il significato, ma occorre fare attenzione. La tipica mossa che si fa con due mani è l’arrocco (Nakamura docet:-), ma non bisogna usare due mani nemmeno quando si effettua una presa e, soprattutto, quando si promuove. Quest’ultima è infatti l’occasione in cui è più facile sbagliare, ad esempio spingendo il pedone e togliendolo dalla scacchiera con una mano, e mettendo in gioco il pezzo cui si promuove con l’altra.
Il verbo “eseguire” è stato sopra sottolineato perché diverso da “completare”. Quest’ultimo termine, infatti, include anche il premere l’orologio, il che pare esplicitamente escluso dal testo della regola. La cosa ha due risvolti, uno probabilmente voluto dall’estensore (muovere con una mano e premere l’orologio con l’altra non è una mossa illegale, ma è ancora un’azione irregolare, che, come già detto sopra, se rilevata, può essere punita dall’arbitro secondo il suo umore del giorno), l’altro un side effect non del tutto previsto. Infatti, preso il regolamento alla lettera, muovere con due mani (cioè eseguire la mossa) sarebbe già una mossa illegale, al di là che si sia premuto o meno l’orologio. La cosa non ha molto senso (contrasta con quanto si diceva all’inizio), per cui facciamo come se ci sia scritto nel regolamento che, se si muove con due mani, si può ancora rimediare -naturalmente, prima di premere l’orologio- rimettendo i pezzi a posto ed eseguendo la mossa nel modo corretto. È da presumere che l’intento della PB fosse punire l’indebito guadagno di tempo, vantaggio che ovviamente evapora se si deve rieseguire la mossa in modo corretto.
Per quanto riguarda invece la seconda limitazione (mettere in moto l’orologio dell’avversario senza muovere), ci sono situazioni in cui la cosa è perfettamente legale. Dopo aver effettuato la propria mossa, infatti, il tratto è all’avversario anche prima che si sia premuto il proprio orologio. Questi, volendo, può muovere immediatamente, anche prima che il primo giocatore abbia premuto il proprio orologio. Ora il tratto è ritornato al primo giocatore, ma questi ha tutto il diritto di premere l’orologio per completare la sua mossa precedente. Dal punto di vista visivo, questo giocatore preme l’orologio senza muovere, ma questa azione non è penalizzabile.
Sembra caotico? Lo è. Ma sembra ci sia una schiera di oppositori a quella che sarebbe una semplice norma: non poter muovere finché l’avversario non ha completato la propria mossa (premendo l’orologio).
Un ultimo avvertimento. Indipendentemente da quello che sembra essere scritto nel regolamento, la prima mossa illegale, qualunque sia il suo tipo, porta ad una ammonizione nel gioco standard ed alla sconfitta in quello rapido (o lampo). La seconda mossa illegale, anche se di tipo diverso dalla prima, porta alla sconfitta anche nel gioco standard.
[2 – continua]
Articoli già pubblicati: | Le nuove regole (prima parte) | |
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