In questi giorni è in corso la super-finale del TCEC, il torneo più forte per motori scacchistici. Dopo avere eliminato software come Houdini, Rybka e Junior, sono rimasti in gara solo Stockfish e Komodo a contendersi il titolo di campione.

Già dalla prima edizione (e siamo arrivati ormai alla settima) il TCEC è strutturato in una lunga serie di gironi ad eliminazione. Ad ogni turno metà dei concorrenti vengono eliminati finché si arriva alla finalissima con gli ultimi due rimasti. Come l’anno scorso, il forte motore open-source Stockfish e il commerciale Komodo hanno sbaragliato la concorrenza e ora si sfidano in un match di 64 partite.

Il regolamento del torneo è un po’ particolare se lo si confronta con le manifestazioni riservate agli “umani”. In primo luogo tutti i software vengono eseguiti sullo stesso computer (un server con doppia CPU Intel per un totale di 16 processori reali) e non possono pensare quando tocca all’avversario. In secondo luogo i motori non usano un libro delle aperture personale ma giocano delle varianti estratte a sorte. Queste varianti sono state preparate per garantire un gioco interessante e leggermente sbilanciato e, per non favorire nessuno, vengono ripetute due volte a colori invertiti.

Lo scopo di Martin Thoresen, l’ideatore norvegese del torneo, è quello di mostrare delle belle partite al pubblico e quindi si gioca a tempo lungo (due ore a testa con l’incremento di 30 secondi). In più vi sono delle regole per aggiudicare le posizioni da abbandono e quelle strapatte, evitando che i motori continuino a giocare per decine di mosse annoiando il pubblico. Pubblico che, peraltro, è molto variegato: se conoscete l’inglese è un piacere unirsi alle discussioni in chat e avere l’opportunità di chiaccherare con qualche Maestro, altri appassionati o addirittura i programmatori stessi delle “creature” in lizza.

Insomma, se non avete niente di meglio da fare, fate una visita al sito del TCEC e date una sbirciatina a qualche partita “artificiale”.

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