Un ulteriore tassello all’attività giovanile è stato aggiunto dalla Sst dal mese di febbraio per cercare di completare al meglio l’offerta del percorso didattico/agonistico. Si tratta delle lezioni on line con il Grande Maestro Lexy Ortega dedicate ai più promettenti ragazzi della Sst.

Noi speriamo che questo sforzo possa spingerli a fare più velocemente quel salto di qualità che, forse, anche il solo giocare porterebbe (se giocassero però), ma in tempi per forza di cose più lunghi.

E così a fine 2014 abbiamo contattato qualche forte giocatore per capire chi aveva disponibilità e a quali costi saremmo andati incontro. Il pacchetto che proponevamo, unito alla possibilità di diventare il GM di riferimento ella Scacchistica, risultava interessante per molti grandi didatti: da febbraio a giugno, 16 lezioni di un’ora e 30’ singole per Stefano Yao, 16 lezioni di un’ora e 30’ di gruppo per Federico Nastro, Alessandro Villa, Marco Mina, Pietro Buffa, Simone Bergero. Poi, la lunga amicizia e la indiscussa bravura ci orientavano, come scritto, verso il GM Lexy Ortega. Il prestigio della Sst facilitava ampiamente la ricerca di un punto di equilibrio valido per tutti relativamente ai costi: abbiamo solo dovuto ampliare la lezione di gruppo di una unità (di solito Lexy preferisce 3 max 4 allievi).

Abbiamo quindi riportato alle famiglie il costo che, già più basso rispetto alle tariffe standard grazie al pacchetto complessivo di ore, veniva ulteriormente abbattuto anche dal contributo della Sst all’iniziativa. Ottenuto il via libera si procedeva: Stefano da casa e gli altri ragazzi alla Sst al venerdì dalle ore 17.45 alle 19.15.

In questo modo la sequenza della Scuola di Scacchi della Scacchistica Torinese si ampliava e diventava: scuole/preagonistico1/preagonistico2/agonistico1/agonistico2/GM online. E adesso le famiglie dei ragazzi sanno che in via Goito l’orizzonte didattico è stato spostato ancora più in avanti.

Di più, per ora, non possiamo fare. Certo il massimo sarebbe un GM in sede, ma fino a che qualcuno dei ragazzi non lo diventerà o qualcuno si trasferirà a Torino, dovremo accontentarci…

Per ora sembrano tutti ampiamente soddisfatti, io però un pochino meno.

Mi pare che queste lezioni del venerdì stiano scivolando sulla china sonnolenta un tran tran scontato; e dire che le famiglie pagano e quindi i ragazzi hanno un motivo in più per cercare una resa dal lavoro che svolgono. Ma in effetti le famiglie pagano anche i libri di scuola…

Ah, ho capito! Ecco la parola magica che forse da fastidio, lavoro. Certo, a 15 anni è più affascinante la parola gioco!

Ma a mio avviso gli scacchi danno soddisfazione non solo se sai le cose ma se le cose che sai ti fanno vincere partite, provare soddisfazione, emozione.

Che momenti da ricordare quando ti trema la mano nel firmare il formulario dopo uno zeitnot furibondo, quando hai la maglietta fradicia di sudore per l’impegno profuso, quando sollevi lo sguardo dalla scacchiera e incroci quello di chi ha assistito alla tua partita e ne è rimasto colpito e lo guardi dicendogli mentalmente “Hai visto che figo!”.

Ecco questo per me è sempre stato, è ancora lo è, divertimento, soddisfazione, gioco!

Ma per arrivare a questo, o meglio, per avere sempre più di queste situazioni, ci va la preparazione.

Le scorciatoie non esistono! Come in tutti gli sport, in tutte le cose.

Crederete mica, per esempio, che Messi sarebbe Messi, Nadal Nadal, Caruana Caruana. se non facessero duri allenamenti, chi tutti i giorni, chi più volte in settimana secondo lo sport praticato. Poi, è vero, hanno anche un talento immenso, ma solo con quello non si va da nessuna parte!

Per cui in estrema sintesi non romantica, non vedo nei ragazzi il lavoro casalingo di rivisitazione e ampliamento, attraverso la ricerca, di altri esempi sugli argomenti e sui concetti esposti on line; non vedo troppo entusiasmo e passione ma solamente una nuova scadenza, quasi scolastica, perciò doverosa; men che meno vedo una rivitalizzazione della partecipazione ai tornei.

Qualcuno mi dirà che forse ho bisogno di cambiare gli occhiali.

Ma ne siamo sicuri? Io sarei proprio felice bastasse questo.

 

 

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